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Je suis Charlie

Impazzano su qualsiasi piattaforma sociale e su qualsiasi media tradizionale le opinioni riguardanti gli incresciosi fatti di ieri avvenuti a Parigi.

Per chi non fosse stato sulla Terra in queste ore ecco un breve recap.

Non potevo esimermi dal riportare alcune mie (personalissime) osservazioni.

  1. Mi piacerebbe fare un passo indietro di due o tre giorni e chiedere alle persone che si indignano ed elevano Charlie Hebdo a pilastro della libertà di stampa e ne parlano come se fossero abbonati da 40 anni, se effettivamente lo conoscessero prima di questi fatti di cronaca. Siamo tutti amici, ma solo dopo morti.
  2. Charlie Hebdo è un giornale che si è sempre battuto contro ogni estremismo e fanatismo, sia esso religioso, nazionalista o fascista. Fa ribrezzo vedere quindi Salvini pubblicare questo tweet, con il quale aizza gli animi nel momento in cui andrebbero placati e con il quale cerca di fare una facile campagna elettorale parlando alla pancia della gente e non al loro cervello.

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Salvini che, come sicuramente sapete, è amicone di Marine Le Pen, molto amata da Charlie Hebdo che le dedicò questa illustrazione durante la campagna elettorale.

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“Le Pen. La candidata che vi somiglia.”.

  1. Il problema principale non è una vignetta: la vignetta è un media e nonostante alcune teorie il media non è il messaggio. Qui il problema è la chiave di lettura in mano agli estremisti. Ma per avere, a mio parere, un’immagine completa bisogna fare un altro passo indietro. Cosa dà la chiave di lettura ad un estremista? Qual’è il “Primo Mobile”? A mio avviso la causa primaria sono le religioni. E uso di proposito il plurale  perché tutte le religioni hanno estremismi e tutti gli estremismi sono gravi in egual misura. Perché non considero le persone invece delle religioni? Perché le persone sono squilibrate in tutto il mondo e quindi essendo questa una costante, possiamo cancellarla dall’equazione. Il problema quindi sono le religioni, dicevo. Religioni che professano (attraverso i loro sacerdoti) fasulle superiorità attraverso la perpetrazione di superstizione e ignoranza. Tutte le religioni vivono e sguazzano nell’ignoranza e nella superstizione: senza queste le persone si farebbero delle domande e abbandonerebbero la religione stessa oppure rimarrebbero religiosi, ma con il dono del raziocinio. Sempre per stare in metafora (oramai sono preso bene dal post precedente) le religioni sono come l’appendice: non servono a nulla e si rischia di morire a causa loro.
  2. L’ultimo punto è dato da come è stata riportata la notizia. Tutto fa intendere che sia un attacco islamico. Questo è un errore: è un attacco prima di tutto estremista. Il fatto che sia islamico è poco indicativo, dato che gran parte delle querele e delle lettere minatorie che arrivano alla testata francesce sono di origine cristiana e che uno dei poliziotti morti nella sparatoria era esso stesso un arabo come gli attentatori. L’unica differenza è che è venuto in mente prima ad un islamico di mettersi a sparare. Anche qui c’è la continua ripetizione del concetto che il terrorismo è solamente islamico. Questa assunzione è falsa: ricordiamo tutti Anders Breivik che si professa “salvatore del Cristianesimo” e ammazza 77 persone a Oslo, tra i quali 69 giovani tra i 14 e i 20 anni. Pochi si ricorderanno invece di Andrea Insabato, militante di estrema destra riconducibile a Forza Nuova, che nel 2000 fece esplodere una bomba nella sede de Il Manifesto.

Qual’è la differenza tra Breivik, Insabato e questi terroristi parigini? Nessuna, sono tutti estremisti, alcuni islamici, alcuni politici e alcuni cristiani.

5 pensieri su “Je suis Charlie”

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