Je suis Charlie
Impazzano su qualsiasi piattaforma sociale e su qualsiasi media tradizionale le opinioni riguardanti gli incresciosi fatti di ieri avvenuti a Parigi.
Per chi non fosse stato sulla Terra in queste ore ecco un breve recap.
Non potevo esimermi dal riportare alcune mie (personalissime) osservazioni.
- Mi piacerebbe fare un passo indietro di due o tre giorni e chiedere alle persone che si indignano ed elevano Charlie Hebdo a pilastro della libertà di stampa e ne parlano come se fossero abbonati da 40 anni, se effettivamente lo conoscessero prima di questi fatti di cronaca. Siamo tutti amici, ma solo dopo morti.
- Charlie Hebdo è un giornale che si è sempre battuto contro ogni estremismo e fanatismo, sia esso religioso, nazionalista o fascista. Fa ribrezzo vedere quindi Salvini pubblicare questo tweet, con il quale aizza gli animi nel momento in cui andrebbero placati e con il quale cerca di fare una facile campagna elettorale parlando alla pancia della gente e non al loro cervello.
Salvini che, come sicuramente sapete, è amicone di Marine Le Pen, molto amata da Charlie Hebdo che le dedicò questa illustrazione durante la campagna elettorale.
- Il problema principale non è una vignetta: la vignetta è un media e nonostante alcune teorie il media non è il messaggio. Qui il problema è la chiave di lettura in mano agli estremisti. Ma per avere, a mio parere, un’immagine completa bisogna fare un altro passo indietro. Cosa dà la chiave di lettura ad un estremista? Qual’è il “Primo Mobile”? A mio avviso la causa primaria sono le religioni. E uso di proposito il plurale perché tutte le religioni hanno estremismi e tutti gli estremismi sono gravi in egual misura. Perché non considero le persone invece delle religioni? Perché le persone sono squilibrate in tutto il mondo e quindi essendo questa una costante, possiamo cancellarla dall’equazione. Il problema quindi sono le religioni, dicevo. Religioni che professano (attraverso i loro sacerdoti) fasulle superiorità attraverso la perpetrazione di superstizione e ignoranza. Tutte le religioni vivono e sguazzano nell’ignoranza e nella superstizione: senza queste le persone si farebbero delle domande e abbandonerebbero la religione stessa oppure rimarrebbero religiosi, ma con il dono del raziocinio. Sempre per stare in metafora (oramai sono preso bene dal post precedente) le religioni sono come l’appendice: non servono a nulla e si rischia di morire a causa loro.
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L’ultimo punto è dato da come è stata riportata la notizia. Tutto fa intendere che sia un attacco islamico. Questo è un errore: è un attacco prima di tutto estremista. Il fatto che sia islamico è poco indicativo, dato che gran parte delle querele e delle lettere minatorie che arrivano alla testata francesce sono di origine cristiana e che uno dei poliziotti morti nella sparatoria era esso stesso un arabo come gli attentatori. L’unica differenza è che è venuto in mente prima ad un islamico di mettersi a sparare. Anche qui c’è la continua ripetizione del concetto che il terrorismo è solamente islamico. Questa assunzione è falsa: ricordiamo tutti Anders Breivik che si professa “salvatore del Cristianesimo” e ammazza 77 persone a Oslo, tra i quali 69 giovani tra i 14 e i 20 anni. Pochi si ricorderanno invece di Andrea Insabato, militante di estrema destra riconducibile a Forza Nuova, che nel 2000 fece esplodere una bomba nella sede de Il Manifesto.
Qual’è la differenza tra Breivik, Insabato e questi terroristi parigini? Nessuna, sono tutti estremisti, alcuni islamici, alcuni politici e alcuni cristiani.
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